martedì 21 aprile 2015

HAHNEMANN: GENIALITA' E CONSAPEVOLEZZA ASSOLUTA I parte

Alla Scuola di Medicina mai una sola volta è stato menzionato il dr. Hahnemann, neanche quando, nella lezione di farmacologia e di terapia del dolore, si parlò di omeopatia in senso dispregiativo.


Mancanza molto grave secondo me, perchè il dr. Hahnemann è stato l'unico ed il primo a portare la Medicina a dignità di Scienza, portando il metodo scientifico nella pratica clinica, pur nella consapevolezza che la Medicina è Arte Teurgica-Sacerdotale.

Questo è il primo post di una lunga serie che tratteranno della Medicina Omeopatica raccontandola dalla parte di Hahnemann, quindi con nessun timore reverenziale verso l'allopatia nè tantomeno con la volontà di cercare (o meglio inventare), punti di incontro inesistenti, ripercorrendo le tappe della sua vita che lo hanno portato a concepire e codificare una medicina così perfetta, e proprio per questo così bistrattata.

Grazie a questi post quindi si acquisirà la capacità di comprensione necessaria a confutare qualsiasi "attacco" portato da chi dice di non "credere" all'omeopatia.

Questa comprensione non rimarrà fine a se stessa, perchè se già queste conoscenze possono essere tanto, vista la confusione che regna in questi campi, anche solo per poter acquisire sicurezza nel parlare di omeopatia, questa stessa consapevolezza e conoscenza  porterà a vedere proprio con occhi nuovi la vita stessa, e comprendere sempre più a fondo le ultime parole del Maestro "Fiducia e Pace".

Nel giorno del mio compleanno lunare quindi, inizia questo "viaggio attraverso lo specchio di Hahnemann", che condurrà ben oltre si possa immaginare, in un mondo a dir poco fantastico, di una semplicità e bellezza disarmante, posto a due passi da noi!


Termino questa prima parte con questi versi di Laozi, tratti dal "Libro della Via e della sua Virtù", i quali condensano tutto ciò che c'è da comprendere:


"Trenta raggi convergono nel mozzo
ma è proprio dove non c'è nulla che sta l'utilità del carro.
Si plasma l'argilla per fare un recipiente
ma è dove non c'è nulla che sta l'utilità del recipiente.
Si aprono porte e finestre per fare una stanza
ma è dove non c'è nulla che sta l'utilità della stanza.
Così il "c'è" presenta delle opportunità che il "non c'è" trasforma in utilità".




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